Le informazioni precedenti sono riportate da The American Radio Relay League Operating Manual (1990 edition), published by the American Radio Relay League, Newington CT USA, 06111.
Amplifying the sound to be heard better
Questo signore e' un ingegnere indiano di nome Adya Tripathi che per un certo numero di anni ha gestito una societa' di sua creazione per la produzione e la commercializzazione di chip audio progettati e realizzati secondo una tecnologia proprietaria denominata "1-bit Delta Sigma Digital Audio Amplifier technology". La societa' chiamata, con poca fantasia, Tripath ha prodotto circuiti integrati per amplificatori audio in una classe di funzionamento battezzata "classe T". La classe T e' in pratica una rivisitazione in chiave migliorativa della classe D, differendo da quest'ultima per una maggiore frequenza della portante modulata PWM ( si arriva a 1,4 MHz) e per l'adozione di tecnologie DSP proprietarie derivate dal trattamento audio nelle comunicazioni transoceaniche.
Sono definiti in classe D gli amplificatori che utilizzano uno stadio di uscita che opera in commutazione. Questi sono utilizzati come commutatori in grado di produrre una tensione modulata a larghezza d'impulso (pulse wigth modulation PWM) ad alta frequenza. La componente a bassa frequenza, coincidente con il segnale audio amplificato, viene ricostruita da filtri passa basso prima di essere inviata ai trasduttori elettroacustici (leggi altoparlanti).
Lavorando in commutazione, cioe' in regime di interdizione/saturazione, i dispositivi di amplificazione (transistor, mosfet di potenza o quant'altro) non dissipano in calore che una minima parte della potenza trattata, evidenziando rendimenti prossimi al 100%.
Si ricorda che le altre classi di amplificazione tradizionali (A, B e AB) lavorano con segnali analogici in regime di amplificazione e dissipano la potenza trattata in buona parte sotto forma di calore.
Il problema piu' grande dei classe D, era la fedelta' non all'altezza di un impianto HI-FI.
Poi sono stati creati i T-AMP.....
Lo schema qui sotto illustra il funzionamento semplifacato di un T-AMP
Questo e' invece lo schema elettrico di un amplificatore T-AMP:
Come si puo' vedere il chip (in questo caso il TA2024B) si occupa sia del signal processing che della modulazione ed anche dell'amplificazione finale effettuata con MOSFET entrocontenuti. In pratica gli unici componenti esterni sono quelli che formano i filtri ricostruttori. Il TA2024 eroga una potenza di circa 10W per canale alimentato a 12 V. Altre implementazioni della classe T prevedono 2 chip: uno per il trattamento e la modulazione del segnale ed uno per l'amplificazione. Le potenze attualmente disponibili superano i 400 W.
La prima implementazione commerciale e' stata ad opera della Sonic Impact che ha messo in commercio un amplificatore portatile in contenitore plastico, alimentabile a batterie, dal costo (udite, udite....) di ben 29 $.
Beh, che dire, l'aggeggino sembrava un giocattolo e nessuno gli avrebbe dato credito, ma capito' nelle mani di alcuni recensori di apparecchi HI-FI tra cui, per rimanere in Italia, un certo Lucio Cadeddu.
Leggiamo cosa scrisse Cadeddu a proposito del T-AMP:
"Per una volta vi chiedo scusa prima di iniziare. Questa prova è qualcosa di MOLTO particolare, la prova di un oggetto che scardina TOTALMENTE il concetto di rapporto qualità/prezzo in HiFi. ..omissis..Stiamo parlando, cari audiofili, di un giocattolino da 39 dollari di listino (ma si trova per poco più di 20!!!), con circa 10 watt per canale, che sta nel palmo di una mano, funziona anche a batterie (!!!), nato per applicazioni multimedia e che strapazza tanti amplificatori che costano N volte il suo prezzo. ...omissis...Per ora, credo che le mie sensazioni di stupore siano state comunicate in maniera abbastanza chiara. Per essere più chiaro: non vi sto dicendo "questo è il NAD 3020 del 21esimo secolo". No, questo è MOLTO di più, è un oggetto che, se accoppiato con diffusori abbastanza sensibili, può non far rimpiangere amplificazioni (anche pre e finali) di costo molto, molto alto. Mi rendo conto che mi sto giocando una parte della mia (misera) reputazione di critico audio ma raramente sono stato così sicuro di una cosa. Questa piccola meraviglia è una vera rivoluzione epocale. " La recensione completa potere leggerla qui.
Adya Tripathi ha chiuso i battenti della sua ditta qualche tempo fa. Adesso si occupa di ricerche sui motori.
Amplificatori basati sui suoi chip si trovano ancora in giro per il web, acquistabili sotto forma di schede da modificare ed inscatolare o sotto forma di prodotti finiti. La rivista Elektor vende anche un kit di una certa potenza.
Personalmente il mio impianto stereo e' composto da un Sonic Impact originale (nella versione 2 esteticamente abbellita...), da una scheda di produzione SURE electronics da 50 + 50 W modificata ed inscatolata (35-40 euro su ebay comprese le spese di spedizione) e di un gain-clone autocostruito( ma questa e' un'altra storia). Le sorgenti di ingresso e la coppia di casse acustiche sono commutate a seconda delle esigenze di potenza necesaria.
L'ascolto dei T-AMP, da 10 e da 50 W, rivela delle caratteristiche molto simili: analiticita', soundstage e precisione sonora sono paragonabili. Forse il 10 W e' piu' godibile. Il gain-clone e' diverso, bello ma diverso.
Quello che e' sicuro e' che ho messo in soffitta il vecchio Sansui (...l'arte dei capolavori...) ed il MOSFET da 100 + 100 W autocostruito. Questi nuovi amplificatori li hanno surclassati alla grande... dovreste per forza sentirli.
Cordiali 73 de IW0DVV
In questo articolo vi presento una realizzazione di interfaccia per modi digitali che fa uso di una economica e pratica soluzione per il collegamento audio al computer.
In particolare si fa uso di una schedina audio USB acquistabile per pochi euro (da 3 a 5 a seconda dell'onesta' del venditore) sulle numerose bancarelle cinesi.
La schedina fa uso del chip Cmedia CM106, non il massimo della qualita' audio ma adeguato alle prestazioni richieste. In particolare il dispositivo riesce a campionare a 96 kb al secondo, e' dotato di un ingresso microfonico stereo e di una uscita altoparlanti stereo.Essendo piccolissimo si presta ottimamante ad essere installato a bordo di una classica interfaccia dotata di trsformatori di isolamento e fotoaccoppiatori per PTT (eventualmente FSK e CW).
Ed ecco qua la schedina montata:
Come si puo' notare la schedina e' stata fissata a bordo della millefori che supporta i due trasformatori di isolamento con relative regolazioni ed i fotoaccoppiatori per PTT FSK e CW. Lo schema e' facilmente rintracciabile su internet (anche se a dire il vero ho dovuto invertire i LED ed aggiungere qualche condensatore di bypass).
Di seguito il particolare del collegamento della scheda USB:
Come si puo' notare la scheda presenta anche un'altra particolarita' : il connettore a 8 poli di tipo RJ45 che riporta tutti i segnali necessari per l'interfacciamento all'ICOM 706 (audio in, audio out, PTT). In questo modo il collegamento all'RTX risulta semplicissimo (nella foto un cavetto piatto di rete sempre di provenienza bancarella cinese con un capo infilato in un'anello di ferrite) cosi' come risulta molto semplice anche il collegamento al computer (una prolunga USB per l'audio ed un cavo seriale per il PTT- omettibile se usate il VOX)
Se la cosa interessa metto in rete lo schema completo ed eventualmente faccio lo stampato.
Ciao a tutti 73 de IW0DVV
Mio nonno coltivava il grano. E lo coltivava a mano. Mi ricordo quando, da piccolo, lo vedevo con il suo cappello di paglia, la sua camicia bianca ed il suo sacco a tracolla pieno di sementi che camminava sul campo arato.Immergeva la mano nel sacco, prendeva una manciata di grano e lo spargeva con un ampio movimento circolare. Al termine della sua giornata, dura, di lavoro mio nonno aveva il suo grande passatempo. Mio nonno aveva una radio, una radio in onde medie. Non aveva a casa la corrente elettrica e le notti erano illuminate da una calzetta a gas appesa al soffitto e, alla luce della lampada a gas, manovrava la manopola di sintonia per ascoltare le voci che venivano da lontano. Era una radio moderna quella di mio nonno, non come quelle grosse radio a valvole, ma una modernissima radio a transistor, grande non piu' di una scatola di scarpe. E funzionava a "batterie". Io ero affascinato da quella scatola ed accompagnavo mio nonno in bicicletta al paese per comprare i torcioni per la radio, rigorosamente allo zinco carbone e rigorosamente Superpila. Poi aprivo a martellate le pile esaurite e ne estraevo il carboncino.... Ed ascoltavo le voci che uscivano da quella scatola.
E' stata tutta colpa di mio nonno se nel mio cuore ho sentito la voglia di carpire i codici di quella magia e di diventare io il mago. E allora da grande ho frequentato la scuola di magia, fino a quando armato di bacchetta magica, una stecca di ferrite con della fatata seta metallica avvolta intorno, ho pronunciato il mio primo abracadabra. E' passato tanto tempo dai miei primi condensatori variabili e dalle mie prime cuffie ( da 2000 ohm!) , dai primi circuiti stampati fatti con il pennarello blu, ma ancora adesso quando accendo la mia radio ho l'impressione che qualcosa di imponderabilmente unico succeda tra me ed il mondo....
Benvenuti a tutti voi, amanti della radio, 73 da IW0DVV.